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Dopo che i comizi politici nelle piazze di tutta Italia sono terminati, dopo che sagre e manifestazioni pubbliche super affollate sono passate, dopo che spiagge e litorali si sono svuotati, il “dito moralizzatore” che prima era rivolto contro le discoteche (e prima ancora contro i “runner”), ora è puntato contro gli alunni nelle classi scolastiche o contro i possibili tifosi nei grandi stadi. Adesso, con calma, si può parlare e rispondere ai tanti attacchi gratuiti ricevuti durante le 10 (DIECI), serate di apertura estiva nel mese e mezzo di lavoro concesso al nostro settore. Chi risponde alle domande è il nostro “patron” Raffaele Fragassi, socio fondatore ed ideatore della Discoteca Indie dal 1988. Ecco l’intervista integrale rilasciata per il Corriere. 🗣 "Troppe volte chi giudica il nostro lavoro parla senza conoscere che cosa c'è dietro certe attività. I valori, i sacrifici, il desiderio di promuovere, non solo a parole ma con fatti concreti, modelli di divertimento sani e responsabili. Prima dicevano che le stragi del sabato sera erano colpa nostra, poi ci hanno accusato di spacciare alcolici ai minorenni e di essere responsabili del degrado notturno. Adesso ci dipingono come untori. Come se tutti i mali di questa società dipendessero dalle discoteche. In realtà, se qualche genitore sapesse come stanno realmente le cose, io penso che, alla fine, ci ringrazierebbe". 👨🏻‍💻Raffaele Fragassi, fondatore nel 1988 delle Indie, non è un tipo che si abbatte facilmente. Ma anche lui, malgrado l'indole pacata e serafica, dopo un'estate sulla graticola, sta iniziando a perdere la pazienza: 🗣"Sono trent'anni che faccio questo lavoro e non permetto a nessuno di screditarlo con tanta cattiveria e superficialità. Quando il Governo ha deciso di riaprire le discoteche tutti sapevano che sarebbe stato quasi impossibile applicare alla lettera certi protocolli. L'abbiamo detto e ripetuto fino alla nausea, ma nessuno ci ha ascoltati. Alla fine, però, quando i nostri timori si sono rivelati fondati, nessuno ha esitato a puntarci il dito contro. Ma così è troppo comodo: la politica decide dall'alto e poi scarica tutte le colpe su di noi facendoci passare per untori. Mi spiace, ma io non ci sto". 👨🏻‍💻Gestore per 22 anni della pizzeria “Al Pirata” di Cervia , Raffaele Fragassi - oggi 69 anni - ha condotto dal 1973 al 1976 la "Vecchia Cervia" fino a quando, sul finire degli anni '80, mentre gestiva anche il bagno Venere di Pinarella, ha messo gli occhi sullo storico "Zum Kapitan", una birreria stile Oktoberfest da qualche anno in stato di disuso. Su quei novemila metri di terreno, pieno di bisce e sterpaglie, Fragassi ha posato il primo mattone delle Indie. 👨🏻‍💻❓Fragassi, anche in quegli anni per le discoteche tirava una brutta aria? 🗣"Al contrario. La comunità cervese a quel tempo ci accolse con grande entusiasmo perché, nel 1988 qui a Tagliata, come discoteca c'erano solo “Le Caravelle” che, proprio in quell'anno, avevano da poco chiuso i battenti. Ricordo come fosse ieri che quando, durante una riunione del consiglio di quartiere di Tagliata, io, mio fratello Maurizio ed il mio caro amico Agostino Fontana annunciammo la volontà di aprire una discoteca, tutti si alzarono in piedi e ci applaudirono. Tenete presente che, in quegli anni, nella nostra provincia c'erano ben 21 discoteche e tutte lavoravano senza problemi. Tagliata, però, ai giovani non offriva granché e gli operatori turistici dell'epoca temevano che, senza “Le Caravelle”, la località si sarebbe svuotata. Per questo motivo fummo accolti con grande entusiasmo". 👨🏻‍💻❓Come andò quel primo anno? 🗣"Il locale si chiamava Marylin e devo dire che fu un fiasco clamoroso. Io ero un ristoratore, il mio socio un albergatore e ci accorgemmo subito che gestire una discoteca era tutta un'altra cosa. In quei tre mesi perdemmo duecento milioni di lire dopo che, per mettere in piedi il locale, avevamo tirato fuori quasi due miliardi. Un bagno di sangue…". 👨🏻‍💻❗️Nell'estate del 1989, però, la svolta... 🗣"E il merito fu in gran parte di Rino Moschini, a quei tempi un autentico 'guru' del divertimento notturno. Ce lo ritrovammo nel locale una sera mentre misurava la pista da ballo con ampie falcate. Ci sembrò un folle e, invece, lui sapeva già quello che ci serviva. Con idee chiare e correggendo gli errori del passato, ci prese per mano e, investendo anche in prima persona, cambiò radicalmente la storia del locale. Iniziammo con i 'mercoledì anni '60', il nostro cavallo di battaglia. Poi, grazie ad una programmazione diversificata, conquistammo altre fasce di pubblico e serate. Quell’anno chiudemmo il bilancio con un utile importante". 👨🏻‍💻❓Oggi avete qualche problema con il 'vicinato'. In quegli anni qual era la situazione? 🗣"In primis, bisogna ricordare che questa zona, secondo gli orientamenti indicati dal Comune di Cervia negli anni '80, doveva essere dedicata al divertimentificio. Al tempo c'erano poche unità abitative a Tagliata, anche se qualcuno, in effetti, pochi mesi dopo iniziò a lamentarsi. Ma erano problematiche differenti, molto più gestibili rispetto ad oggi". 👨🏻‍💻❓In che senso? 🗣"A quei tempi la gente si lamentava, in primis, per il rumore che proveniva ogni notte dalla discoteca. Oggi, con quello che abbiamo speso in tecnologia e in pannelli insonorizzanti, quello dei decibel non è più il problema. Le criticità attuali sono legate semmai al comportamento dei giovani che, prima e dopo l'ingresso alle Indie, creano fastidiosi problemi al vicinato. C'è chi lega la bicicletta nei cancelli privati, chi fa pipì a ridosso delle abitazioni, chi provoca danni solo per il gusto di vandalizzare qualcosa. Ma non cadiamo nell’errore di fare di tutta un’erba un fascio. Fortunatamente ci sono anche tanti giovani responsabili che sanno divertirsi senza mancare di rispetto alle cose cose e alle persone". 👨🏻‍💻❓Quindi i problemi delle Indie, paradossalmente, sono tutti circoscritti al di fuori delle Indie? 🗣"Proprio così. Tant'è che, ogni sera, reclutiamo fino a undici addetti alla sicurezza che hanno l'esclusivo compito di presidiare le strade circostanti. Sono oltre mille euro a serata che spendiamo solo per controllare aree di cui, formalmente e legalmente, non avremmo alcuna responsabilità". 👨🏻‍💻❗️Eppure qualche atto vandalico c'è stato… 🗣"Sì ma, in alcuni casi, nel rispetto dei buoni rapporti di vicinato (e laddove possibile), abbiamo anche risarcito di tasca nostra. Come quando quest’estate un'auto ha urtato il muretto di un'abitazione oppure quando, per goliardia, qualche stupidello ha storto tutte le punte di un cancello privato. L'indomani con il nostro muratore ed il nostro fabbro abbiamo ripristinato il danno. Totalmente a nostre spese. Tenga presente che ogni mattina, dopo una nostra serata, il custode del locale ripulisce strade e cortili ben distanti dalla discoteca. Lo facciamo da sempre, senza che nessuno ce lo imponga, ma mi è sempre sembrato giusto far così. Per senso civico e per rispetto nei confronti del vicinato". 👨🏻‍💻❓Perché allora tanti problemi con i vicini? 🗣"In questi anni abbiamo cercato in tutti i modi la strada del dialogo e della cordialità e, spesso, con tanti vicini ci siamo anche riusciti, riscontrando comprensione in molti di loro. Mantenere un equilibrio sereno tra i vicini ed il locale è, da sempre, una nostra priorità. Lo facciamo anche per salvaguardare i quasi 120 ragazzi a cui diamo lavoro ogni estate, senza dimenticare l’indotto e il servizio turistico che offriamo a questa località. Ci tengo inoltre a sottolineare che in questi 32 anni di Indie ho sempre cercato di favorire e di far lavorare, in primis, gli artigiani ed i cittadini di Cervia, senza mai lasciare un euro di debito nel mio percorso. La scelta di privilegiare maniacalmente il territorio mi ha portato più volte a discutere con i miei più stretti collaboratori, in quanto - nel limite del possibile - ho sempre tenuto Cervia, i miei concittadini e le nostre aziende locali davanti a qualunque altra scelta economica più vantaggiosa". 👨🏻‍💻❓Perché tutto questo non è bastato? 🗣"Perché probabilmente, nei confronti delle discoteche, i giudizi non sono sempre positivi. Quest'estate, dopo 4 mesi di chiusura per il Covid, dopo appena 8 serate di riapertura, siamo stati al centro di una protesta di vicinato (solo di alcuni vicini, fortunatamente) sfociata in una manifestazione (da quanto ci risulta non autorizzata) sotto gli uffici comunali. In questo assembramento, io e il mio giovane socio siamo stati aggrediti verbalmente da alcuni manifestanti. Uno di questi, di età avanzata tipo la mia, mi ha letteralmente urlato in faccia 'Non dormiamo mai!'. Mai?!, gli ho risposto… ma se da gennaio ad oggi, quindi in otto mesi, la discoteca ha aperto solo 13 serate! Ben altri ritmi rispetto a quelli degli anni ‘90 in cui facevamo 3/4 eventi a settimana. Lungi da me l'idea di giustificare i comportamenti incivili e maleducati di alcuni giovani clienti all’esterno della discoteca, ma con tutto quello che investiamo in prevenzione e presidio dell’area non posso sentirmi responsabile della poca educazione ricevuta dai genitori dei disturbatori notturni. Gli attacchi che ho ricevuto durante quest’estate penso proprio di non meritarmeli". 👨🏻‍💻❓Cosa l'ha ferita maggiormente? 🗣"Tante cose. Ho sempre fatto di tutto per andare a letto sereno sapendo di aver fatto il mio lavoro al meglio. Sto cercando di lasciare ai miei figli un’attività complicata ma ben avviata, però vorrei soprattutto che fosse anche ben considerata, perché per me il 'buon lavoro' è sempre andato in parallelo al buon giudizio del cliente e alla stima dei miei concittadini. Ripensando a quella manifestazione di protesta davanti al Comune, sono rimasto particolarmente ferito nel vedere, in prima fila, anche un residente a cui, ogni sera da 8 anni, paghiamo una guardia notturna che, fino all'alba, staziona fisso davanti alla sua abitazione. Noi proviamo in tutti i modi ad arginare il problema, ma la sensazione è che certa gente non cambierà mai idea e vedrà il mio lavoro sempre di cattivo occhio. Singolare, ad esempio, che a lamentarsi e a farsi portavoce del disagio del vicinato siano alcuni concittadini venuti ad abitare nei pressi della nostra discoteca (e di fronte ad una rete ferroviaria) solo da pochi anni. Difficile pensare di trovar in via dei Cosmonauti la quiete di una collina o di un periodo di lockdown durato 4 mesi". 👨🏻‍💻❗️Veniamo alle problematiche legate al Covid… 🗣"Noi ci abbiamo provato in tutti i modi, imponendo l'obbligo delle mascherine, vigilando sul distanziamento sociale con un 50% in più di addetti alla sicurezza nonostante le presenze più che dimezzate. Abbiamo messo a disposizione gel igienizzante in ogni angolo del locale, abbiamo distribuito migliaia di 'metri di carta' per tutti i clienti, abbiamo segnalato con hula hop dal diametro di 2 metri le aree in cui era possibile ballare. I clienti sono stati registrati ogni serata, bloccando più volte la vendita dei biglietti con qualche giorno di anticipo. Cartelli e messaggi sui ledwall presenti nel locale segnalavano continuamente, insieme alla voce degli speaker, di mantenere le distanze e di indossare le mascherine. Abbiamo fatto di tutto e anche di più. Ma se dai la possibilità di aprire le discoteche sai a cosa vai incontro". 👨🏻‍💻❗️Hanno detto e scritto che il Covid si è propagato sul nostro territorio per colpa delle Indie… 🗣"Nessuno, al di là dei titoloni dei giornali, è in grado di dimostrare che il focolaio sia esploso durante la nostra serata di Ferragosto, come se i giovani prima della serata del 15 agosto fossero stati chiusi dentro una bolla protettiva. In realtà, in Romagna come in tutta Italia, dopo la corsa al tampone gratuito, si sono semplicemente trovati tanti casi che prima non venivano diagnosticati. Non a caso, la stessa Ausl ha smentito la riconducibilità di tutti questi casi alle Indie, anche se in molti, sui giornali e sui social, si son divertiti parecchio a denigrare la mia azienda. Puntare il dito contro le discoteche è stata la cosa più comoda e, per certi aspetti, anche la più conveniente perché ha liberato da ogni responsabilità il mondo delle istituzioni. Troppo facile così". 👨🏻‍💻❗️Lei è molto attivo nel mondo dell'associazionismo. Sua moglie e i suoi figli sono Capi Scout, lei è consigliere e della Mensa Amica di Cervia e volontario attivo dell'emporio solidale. Dunque, con questa biografia, non può essere indifferente ai problemi dello "sballo"… 🗣"Non ho mai amato sbandierare la mia vita personale, ma di sicuro i principi morali e religiosi che mi guidano da sempre sono lo specchio del mio modo di lavorare e dunque d'impostare un’attività complicata come una discoteca. La lotta allo sballo è un aspetto a cui tengo moltissimo, ad esempio, non tutti sanno che noi, da tanti anni, abbiamo allestito fuori dal locale un'infermeria privata gestita dalla Pubblica Assistenza con un infermiere, due ambulanze, due soccorritori e due autisti. Tutte persone che paghiamo di tasca nostra 930 euro a sera. Nessuno ci obbliga a spendere quei 30-35 mila euro all'anno, ma sono un padre di famiglia e, quando vedo un giovane in difficoltà, non posso girarmi dall'altra parte. Malgrado il divieto assoluto a servire alcolici ai minorenni, tante volte i ragazzi arrivano al locale già 'carichi di alcool' e, quindi, interveniamo con tempestività. Quei genitori che spesso ci criticano, se sapessero come stanno realmente le cose, forse, ci ringrazierebbero. Le Indie sono state anche la prima discoteca ad introdurre il metodo del braccialetto identificativo per i maggiorenni con controllo dei documenti all’ingresso. Ora che tutti ne parlano, in molti si adoperano ad utilizzare anche loro i bracciali identificativi, ma in pochi si ricordano da dove siano nati e chi, per primo, ha investito nel controllo e nella sicurezza come facciamo alle Indie da tanti anni. Non cerco medaglie e non voglio encomi, gradirei solo più rispetto per chi cerca di fare questo complicato lavoro notturno, da 32 anni, nel migliore dei modi". #puntoEacapo #TORNEREMOABALLARE 💪